Il Maglio
Il Maglio di Francenigo è il luogo dove agli inizi del Novecento è nata la prima attività artigianale del Comune di Gaiarine.
Era l’officina dei fabbri a cui i contadini di Francenigo si rivolgevano per farsi costruire o riparare gli attrezzi da lavoro (vomeri, forche, vanghe, zappe).
Oltre che fonte di lavoro il Maglio era anche una scuola che dava l’opportunità a tanti giovani di imparare l’arte-mestiere di battiferro.
Diventato nel corso del tempo edificio identificativo di Francenigo, il Maglio fu il ponte di collegamento tra mondo agricolo e mondo industriale.
Il comparto del Maglio dei “Tonet” è stato donato al Comune di Gaiarine dalla famiglia Moro e i due edifici che corrispondono al Maglio dei “Tonet” sono l’abitazione e la vecchia officina della famiglia Moro. Il complesso si trova in una zona centrale del paese nei pressi di un piccolo corso d’acqua di risorgiva capace di garantire per tutto l’anno una portata d’acqua costante alle roste.
All’interno del Maglio è possibile riaccendere l’antica fucina e far ripartire le pale ad acqua che muovono i vecchi magli in legno.Esternamente l’edificio presenta un aspetto relativamente moderno, ma basta entrare nel maglio per cambiare subito idea: sembra di essere catapultati in un ambiente medievale. Infatti gli spazi, l’organizzazione delle zone di lavoro, gli utensili e gli attrezzi non sono così diversi da quelli impiegati dai fabbri alcuni secoli fa. Ciò che il visitare può cogliere è l’immagine di una vivace attività produttiva e … il rumore assordante del maglio in azione o quello delle mazze sugli incudini.
Nel 1902 si diede avvio ai lavori costruzione del maglio, i quali furono terminati circa sette anni dopo.
Furono costruiti l’edificio e l’intero sistema idraulico che azionava le pale. Le botteghe già presenti sul territorio non erano state progettate per l’attività artigiana e potevano contare soltanto sulla forza delle braccia del personale.
Al contrario l’officina dei “Tonet” era stata costruita appositamente per la lavorazione congiunta di ferro e legno; in più i Moro impiegarono la forza idrica per la battitura degli oggetti più faticosi (come per esempio lame di ferro e di acciaio, piattine, barre, ecc.) e crearono una piccola rosta autonoma ed un sistema di cinghie e pulegge di trasmissione capaci di azionare una sorta di ventilatore sulla forgia.Venivano fabbricati vomeri, erpici, forche, bidenti, vanghe, zappe, picconi, sarchielli, falce, asce ed altri arnesi utili ai contadini e molti arnesi ed utensili di falegnameria come raspe, scalpelli, subbie, graffietti, pialle, ecc.